La seconda, la terza e la quarta visione

 

Caro Jim,

le voglio parlare di un campo dell'esperienza che la psicoterapia ha il terrore (intendo proprio il terrore) di riconoscere, di scriverci su, di teorizzare, odi prendere in qualche modo in considerazione, ufficialmente. Allo stesso tempo, però, conosco psicoterapeuti che, nel loro studio, danno spazio a questo campo, lo prendono sul serio e perfino (la verità va detta) lo auspicano. Anche Jung lo faceva, ma lui aveva la fama di farla franca, e poi lui era il re della sua collina. Gli strizzacervelli di cui parlo io si guardano bene, sono addirittura terrorizzati, dal lasciare che queste convinzioni vengano conosciute ufficialmente.

Ma di cosa sto parlando? Le comunicherò qualche esperienza.

Sto facendo l'amore, guardo in basso e non vedo un viso, vedo un globo di luce. Non è una metafora. Io davvero non vedo un viso; nell'oscurità vedo un globo di luce sfocata, e attraverso questa, appena percettibile, una specie di volto. La luce si fa più intensa. Mi sollevo un po', e vedo sotto di me non un corpo, ma una sagoma indistinta simile a un corpo, fatta di luce grigio-bianca Scintillante. E come se potessi passarci attraverso con la mano. La cosa mi sorprende, mi spaventa anche un poco, perché mi accorgo che per un attimo siamo scivolati nell'Altro Mondo.

Dura solo pochi istanti. La stranezza della cosa mi scuote e io torno a vedere e a sentire i corpi e, ormai al sicuro, ho anche il piacere di ricordare come era bello quello che ho visto. Se avessi potuto lasciarmici andare, forse avrei visto il corpo spirituale della ragazza più a lungo, forse anche lei avrebbe visto il mio, forse... ma chi lo sa?

Molta gente dirà che io non ho visto niente, che l'ho immaginato - anche se loro sono assolutamente certi di vedere quello che vedono. La gente viene abituata a eludere questo tipo di visioni, o a scherzarci sopra. o a trattarle con un'aria che dice: "Sì. erano cose misteriose, forse anche interessanti, ma non significano nulla".

Non significa nulla, per esempio, il fatto che il telefono squilli e, prima di rispondere, tu sappia già chi sta chiamando. Non significa nulla che, specialmente mentre guidi, improvvisamente, senza pensarci, giri la testa e ti ritrovi a guardare negli occhi un altro autista che ti sta guardando, oppure stai guardando qualcuno e questo improvvisamente si volta e ti guarda dritto negli occhi. Scommetto che succede almeno una volta al giorno, a chiunque guidi un'auto. La gente comunica in modo non fisico, telepaticamente, e ignora completamente questo fatto.

Cos'è più strano, questa comunicazione o la decisione di ignorarla?

Naturalmente, se non teniamo in alcun conto queste cose molto semplici, cose che succedono di continuo; se ne siamo talmente inconsci da sperimentarle semplicemente come un riflesso, in un modo per cui non producono nemmeno un segno nel nostro schermo interiore, allora non vedremo nemmeno il globo di luce sfocata mentre facciamo l'amore. E probabilmente prenderemo in giro, e magari tratteremo male, coloro che affermano di averlo visto, e questo per proteggere il nostro stato di inconscietà, perché piccole cose, in quel campo, succedono anche a noi, ogni settimana, se non ogni giorno, ed esserne consapevoli potrebbe voler dire cambiare la nostra visione del mondo. Ma a chi vogliamo prestar fede, ai nostri sensi o a quello che ci è stato insegnato a proposito di come funziona il mondo?

Non sono certo il primo a far notare che esiste una grande pressione perché si veda soltanto quello che la nostra cultura ci consente di vedere e perché non si veda quello che non è consentito - oppure, nel caso che lo si veda, non gli si dia credito e, soprattutto, non se ne parli. Se ne parliamo, e a maggior ragione se ne scriviamo, siamo sicuri di venire relegati, dalla maggioranza, in una terra concettuale e immaginaria etichettata come mistica, spirituale, metafisica, della Nuova Era - specialmente dagli intellettuali occidentali, anche dagli intellettuali radical, che fanno da imbonitori del vecchio ordine, perché sono intimoriti da ogni ristrutturazione che possa essere etichettata come mistica o pagana.

Naturalmente, tutti noi sappiamo che la punizione per queste visioni può essere molto più severa della disapprovazione. Molta gente, soprattutto giovani, e' costretta a farsi curare e/o a farsi ricoverare per aver visto cose del genere. Questo soprattutto quando le hanno viste più di una volta e hanno avuto l'ingenuità o la cattiva idea di parlarne.

Quando una cultura ha raggiunto un certo genere di potere, anche con il non vedere o ignorando vari modi di vedere, allora quella cultura difenderà il suo non vedere con ogni mezzo necessario. Intere culture ("primitive") esperte in questo tipo di visione sono state spazzate via e poi storicamente svalutate, perché la visione del mondo materialistica dell'Occidente non può sopportare di essere messa in discussione (un sicuro segno di quanto facilmente sia timorosa, di quanto, cioè, sia in realtà insicura di sé).

Un altro fenomeno interessante è il fatto che anche i cosiddetti radicals della cultura dominante sono d'accordo con il presupposto fondamentale di questa cultura, cioè che soltanto uno spettro ben ristretto del mondo materiale ha validità. Lo vediamo nei radicals politici, che inveiscono contro ogni sorta di misticismo, considerandolo proprio di una mentalità ristretta o reazionaria, e che insistono, come le loro controparti politiche, che tutto va focalizzato su questioni materiali; lo vediamo in psicologia, dove vengono spese somme enormi per cercare di dimostrare che tutte le esperienze interiori sono causate da reazioni chimiche; nei circoli accademici letterari, dove il "testo" e tutto, e il "contenuto" è considerato praticamente accidentale; e lo vediamo anche nei principali organi culturali, dove, per esempio, scrittori della scuola di Raymond Carver, che si focalizzano, in modo microscopico, su quello che non chiamerei nemmeno "comportamento" ma soltanto "riflesso", vengono considerati "realistici".

Naturalmente, una cultura materialistica in modo così maniacale e massiccio come la nostra crea nella sua gente un comportamento materialistico, e ciò particolarmente nelle persone sottoposte a quella distruzione dell'immaginazione che questa cultura chiama educazione, a quella distruzione dell'autonomia che chiama lavoro, a quella distruzione dell'attività che chiama divertimento. Questa "educazione", questo "lavoro", questo "divertimento" (tutti focalizzati esclusivamente su realtà materiali) creano a loro volta un comportamento che poi viene portato come giustificazione dei presupposti della cultura. Un circolo davvero vizioso ed efficiente.

C'è poi da meravigliarsi se la gente, di ogni livello sociale, bloccata fin dalla nascita in un simile comportamento, si rivolge alla droga - e a decine di milioni! E perché usano la droga? Per fuggire dalle strettoie del nostro ambiente programmato in modo collettivo, dell"'educazione", del "lavoro" e del "divertimento" - per soddisfare, in altre parole, la loro brama di esperienze non materiali. Acido per le visioni, eroina e marijuana per sensazioni diverse di distacco dalle cose terrene, cocaina e crack per una botta di quell'energia che viene risucchiata dal loro ambiente. La cultura dominante "deve" criminalizzare queste droghe, anche se la maggior parte delle attività criminali legate alla droga esiste "proprio perché" le droghe sono illegali, per la necessità di procurarsi la droga e non come risultato dell'effetto che essa determina sulla coscienza. Oggi in America il vero delitto numero uno è il cercare di aprirsi un varco verso un'esperienza non materiale. La cosiddetta guerra alla droga è la guerra a una visione della realtà che non sia strettamente materialistica, puritana.

Ma nessuna cultura è mai stata monolitica come i suoi governanti e i suoi storici avrebbero voluto. Un’esperienza non materiale viene vissuta e sottoposta a indagine a ogni livello della società; la cultura della droga è soltanto il caso più evidente. Un altro è la crescente consistenza del pensiero, del cosiddetto pensiero, della Nuova Era (cioè del pensiero non materiale). Un altro è l"'ecologia del profondo". Altri si verificano all'interno della stessa scienza - prima la fisica della relatività, poi la teoria dei sistemi, adesso la teoria del caos e le varie ricerche sui cosiddetti fenomeni psichici (più esattamente, 1 fenomeni delle "visioni").

Un esempio efficace è questo esperimento, realizzato nei primi anni Sessanta da Charles Tart, dell'Universitv of California, a Davis.

La persona A viene introdotta in una camera di deprivazione sensoriale e collegata elettricamente in modo da rilevare le onde cerebrali, la resistenza della pelle, il ritmo cardiaco, l'attività muscolare e le variazioni del respiro. La persona B viene introdotta in un'altra camera analoga, viene anch'essa collegata e colpita a intervalli casuali da scosse elettriche. Viene poi chiesto alla persona A di indovinare esattamente quando la persona B riceve la scossa.

I risultati furono i seguenti: le ipotesi coscienti di A "non mostrarono alcuna relazione con gli eventi reali". Invece, i suoi "tracciati presentavano variazioni fisiologiche significative proprio in corrispondenza dell'istante in cui B riceveva la scossa . La conclusione: "Possiamo affermare che l'evento non viene registrato dalla 'mente cosciente' del soggetto, il quale, invece, è evidentemente cosciente dell'evento, a un livello biologico fondamentale. A quanto pare il corpo del soggetto sa di questi avvenimenti dei quali, invece, non è a conoscenza lo strato alto del cervello". (Questo esperimento è de-scritto nel libro di Tart, Altered States of Consciousness, e discusso da Joseph Chilton Pearce in Exploring the Crack in the Cosmic Egg.) La nostra cultura ha fatto perdere alla maggior parte di noi il contatto con queste facoltà. Invece, un cacciatore aborigeno dell'Australia è in grado di seguire esattamente un'impronta umana di un anno prima - un'impronta che non ha lasciato alcuna traccia fisica. E alcune tribù del deserto australiano si svegliano all'improvviso e camminano per giorni fino al punto esatto dove ci sarà una breve pioggia. I musulmani, durante l'estasi religiosa, possono incidersi la pelle senza che ne esca sangue, o che resti alcuna cicatrice, e in India, quelli che camminano sui carboni ardenti lo fanno non solo senza ferirsi i piedi, ma anche senza che i loro indumenti ne risultino danneggiati. Questi sono soltanto alcuni esempi delle centinaia di ben documentate facoltà delle popolazioni primitive, che hanno lo stesso corpo che abbiamo noi - facoltà che comprendono la guarigione e il fare l'amore non materiali, e la percezione di cose di una tale bellezza che gli imitatori di Raymond Carver nemmeno si sognano.

"Puoi vedere la bellezza se guardi rapidamente dilato": così si esprimeva il poeta svedese Tomas Transtromer.

Stai facendo l'amore, e improvvisamente vedi materializzarsi il corpo spirituale della tua ragazza, e senti che anche il tuo si materializza. Improvvisamente pensi a qualcuno cui non pensavi da anni, ed ecco che il giorno dopo lo incontri per strada o ricevi una sua lettera. Ti trovi a Los Angeles, e Stai parlando di un vecchio film al telefono con un amico che si trova a Oakland; in seguito vieni a sapere che in quello stesso momento la moglie dell'amico era entrata in un negozio e aveva noleggiato proprio quel film (non avevano mai parlato fra loro di quel film, il marito poi non ne aveva nemmeno sentito parlare, prima di allora). Senti una voce, forse di qualcuno che era morto, che ti ammonisce, ti guida, o magari ti dà consigli non richiesti. Oppure senti dentro di te un'energia che può, tu pensi impulsivamente, guarire altre persone, e ci provi, e funziona - talvolta. Oppure cammini in uno stato di inspiegabile meraviglia per una giornata inaspettata.

Ce ne sono tante di queste cose, Jim, così tante che l'Occidente in generale e la psicoterapia in particolare le ha lasciate da parte perché semplicemente non aveva la struttura concettuale per potersene occupare. A ogni stadio di sviluppo abbiamo dovuto far finta di sapere tutto, mentre in realtà sapevamo così poco. Quando Ginger e io stavamo insieme, qualche volta, durante uno dei miei sogni, avevo sentito qualcosa che veniva detto in un'altra stanza, oppure una frase che mi veniva urlata da lontano; in seguito veniva fuori che si trattava (e questo diventò uno scherzo fra noi) di qualcosa che qualcuno aveva detto nel sogno di Ginger. Oppure lei sentiva qualcosa del mio sogno (in realtà io di solito sentivo e lei di solito vedeva -un’interessante differenza). E allora come la mettiamo con tutte le teorie, da quella freudiana a quella biochimica?

Teoricamente,

Michael

 

 

Brano tratto dal testo:

James Hillman e Michael Ventura, Cento anni di psicoteapia e il mondo va sempre peggio,
1998, Raffaello Cortina Editore

 

 

 

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